Prof. Alberto Roggia

Quando il pene perde la sua DINAMICITA':  patologia della erezione molto frequente anche nei giovani

Gil pene non raggiunge la perfetta e massima tumescenza e ciò comporta una erezione insoddisfacente ,  dinamicamente non valida,    scarsa ,  talora di breve durata e con alterazioni della sensibilità . La causa è certamente organica,  sia pure accompagnata spesse volte da ansia di prestazione.
E' necessaria la diagnosi precoce da parte dello Specialista che prescriverà  la migliore e più efficace terapia.

Quali sono i disturbi segnalati dal paziente :  la sintomatologia,  talora  già a  20-25 anni  di età  , è veramente lieve ,  molto sfumata,  e non costantemente presente,  per cui il paziente  può esser indotto a sottovalutare il disturbo.   Ma successivamente il deficit sessuale si fa più costante ed evidente con  sensazione di fastidio  o dolorini al pene ,  formicolii  al glande,  calo di  desiderio sessuale,  modifica della sensibilità del glande , anche eiaculazione precoce, e difficoltoso mantenimento della rigidità del pene.
In tali frangenti è facile intuire come i fattori psicologici siano in campo giocando un ruolo importante sul processo erettile amplificando ed alimentando il disturbo sessuale stesso,   come la ansia di prestazione ,  ma generalmente il   paziente, soprattutto se non ha una partner fissa con cui confidarsi ,  preferisce evitare di  rivolgersi tempestivamente al proprio Medico di Famiglia o allo Specialista urologo/andrologo , ipotizzando che tutto dipenda solo da stanchezza e stress e pure sperando che tutto possa rientrare  spontaneamente nella norma, oppure  cercando rapide soluzioni navigando in internet per reperire la pastiglia miracolosa o altre  terapie “fai da te” che non possono portare a risultati soddisfacenti, mentre la patologia continua a svilupparsi ed a  crescere.

Oggi  sempre più persone credono di trovare risposte corrette alla proprie domande in ambito sanitario  rivolgendosi in internet … al Dott Google  che assume in tal contesto la veste ed il camice di  medico e farmacista , ma  mancando la diagnosi espressa dallo specialista è impossibile una terapia corretta sulla base di una ricetta che deve essere sempre personalizzata , cioè su misura per quel  preciso  paziente,  non valida cioè per altri pazienti, e ovviamente prescritta dallo Specialista .

Da segnalare  che in questi casi, non ci sono placche o aree indurite all'interno del pene, come avviene ad esempio in una diversa patologia che è la  induratio penis plastica, e pertanto non ci sono  deviazioni dell'asse del pene ciò incurvamenti vari,  né il pene tende a ridursi in lunghezza  per cui il paziente palpandosi il proprio organo genitale non riscontra nulla di anomalo ed anche tale fattore spiega perchè il paziente attenda e lasci trascorre troppo tempo  prima di rivolgersi al Medico.

Di quale patologia si tratta ? :   è' una vera e propria malattia  del pene che comporta uno stato di fibrosi, cioè di scarsa  elasticità dei tessuti del pene che pertanto ha difficoltà ad espandersi che può colpire sia la  guaina di rivestimento, chiamata  albuginea, dei due corpi cilindrici cavernosi situati nel pene  stesso , sia anche il setto mediano che separa i due corpi cavernosi  , e ciò viene a determinare da lato clinico-sintomatologico una scarsa espansibilità ed estensione dei  corpi cavernosi stessi , con evidente ostacolo per  una corretta tumescenza e quindi turgore del pene,  per cui il  processo di erezione è scarso , deficitario e pertanto giudicato non soddisfacente dal paziente stesso, ma pure dalla coppia. 

Le cause della malattia :  attualmente vari studi clinici e istopatologici con immunoistochimica  indicano che le cause sono essenzialmente due :  alterazioni autoimmunitarie su base infiammatoria, oppure numerosi microtraumi al pene ripetuti nel tempo  anche se non avvertiti dal paziente stesso , cioè senza dolori, e quindi non si tratta di eposodi di rottura del pene o altri eventi traumatici di rilevante importanza che per di più sarebbero certamente ricordati dal paziente, ,ma semplicemente il ripetersi di piccolissimi traumi magari per la eccessiva masturbazione o per rapporti sessuali avvenuti in posizioni tali che costringono il pene a subire un eccessivo sforzo sulle sue strutture cavernose.

Comunque da tutto ciò, sia da causa immunologica sia microtraumatica consegue la insorgenza di  un processo infiammatorio -vasculitico che determina una proliferazione di fibroblasti e disorganizzazione della fibre collagene , con la insorgenza di aree di fibrosi spesso plurifocali cioè in vari punti a carico dei corpi cavernosi e del setto, aree che presentano una ridotta elasticità . Inizialmente la fibrosi,  che ha una  incubazione  generalmente  lunga e senza disturbi al paziente,   è di pochi millimetri ma la malattia tende sempre a progredire talora con lentezza ma altre volte  con improvvisi peggioramenti, per cui il decorso clinico è sempre  imprevedibile,  aumentando di dimensioni , dagli iniziali  pochi millimetri anche a 3-4 centimetri , ed in varie parti dei corpi cavernosi o del setto intercavernoso,  associato alla insorgenza di  calcificazioni  : tutto ciò spiega il danno che si ripercuote sul pene che è organo di massima dinamicità in cui la elasticità delle strutture peniene, - corpi cavernosi,  setto intercavernoso e corpo spongioso dell' uretra -  gioca il ruolo determinante al fine di  permettere al pene di raggiungere rapidamente la massima rigidità e turgore.

Tutto ciò indica come la diagnosi precoce sia estremamente utile  in quanto è possibile la guarigione totale se la terapia specifica è instaurata nelle prime fasi della malattia.

Diagnosi : il medico specialista Andrologo o l' Urologo particolarmente esperto nelle malattie andrologiche , è sempre in grado di  accertare se i disturbi lamentati dal paziente  abbiano una causa organica , anche se il fattore psicologico è frequentemente  presente :  in questi casi di riferita scarsa tumescenza peniena la visita andrologica accanto alla precisa  raccolta  anamnestica e l' esame obbiettivo clinico generale prevede la accurata palpazione del pene e delle sue strutture anatomiche consentendo già allo specialista ,nella prima visita, di formulare una fondata diagnosi di  presunta patologia fibrotica .   La visita specialistica riveste quindi un ruolo di massima importanza ed è il primo anello del percorso diagnostico che verrà consigliato e prescritto:  nella visita andrologica lo specialista non solo riscontra la presenza di fibrosi,  ma ne segnala le sedi , in quanto questa patologia è spesso volte plurifocale e cioè a carico di varie aree del corpo cavernoso, o del setto,   e tali dati  saranno di immensa utilità quando verranno riferiti allo  specialista  esperto in ecografia ed elastografia  per una valutazione anzitutto globale del  pene,  ma soprattutto “mirata” sulle aree  segnalate dall' andrologo.
Da tutto quanto detto , è ben intuibile da parte del lettore come la scarsa elasticità prodotta dalle aree fibrotiche possa essere valutata esclusivamente con esami diagnostici, come la elastosonografia,  che  accertino  il grado di elasticità del tessuto e ne valutino il grado espresso in Kpa,  oltre che le dimensioni delle aree patologiche.

E' noto come da  qualche anno la elastosonografia   ha trovato razionale  collocazione come esame di  indiscussa e primaria importanza  nella diagnostica delle disfunzioni erettili e  della fibrosi in particolare.  Infatti la imaging color-doppler e l'ecocolordoppler penieno “dinamico”,  forniscono utili dati inerenti la emodinamica peniena, valutando se sussiste una insufficienza arteriosa  od un patologico meccanismo venoso-occlusivo , ma non sono in grado di giudicare la elasticità dei  tessuti  e quindi valutare  fibrosi nei suoi aspetti dimensionali ed elastici, cosi come anche la classica ecografia peniena non consente di avere dati inerenti la  elasticità . Con la  elastosonografia , abbinata alla ecografia “basale” si realizza una specie di  “palpazione elettronica” , non invasiva e del tutto indolore, estremamente precisa e sensibile che permette la valutazione  della elasticità della tunica ,del setto e del tessuto erettile  cavernoso  che viene espressa  in valori  KPa  .mentre  le aree di fibrosi dei corpi cavernosi o del setto intercavernoso , sospettate già durante la visita specialistica andrologica,  vengono accuratamente misurate in senso dimensionale , in lunghezza,larghezza  e spessore :  la  elasticità  viene espressa con valori che saranno di poco superiore a 15-20 KPa  in caso di lieve-modesta fibrosi , ma   raggiungendo anche valori di 100-130  Kpa,  e anche più elevati  nei casi di malattia avanzata e spesse volte “cronicizzata”. 

La elastografia , utilizzata oggi nelle due tecniche Strain e Shear Wave,  è esame  “operatore -dipendente “ in cui alla alta  affidabilità della strumentazione più avanzata deve affiancarsi  uno specialista particolarmente esperto in questa innovativa indagine diagnostica , e che effettui tale specifica attività  in modo assolutamente continuo e costante , non occasionale ed  in simbiosi con lo specialista andrologo,  e ciò si rileva come  fattore aggiunto di rilevante importanza  consentendo  la massima accuratezza diagnostica , che è punto base per la terapia mirata. 
Ricordo anche come la  elastografia associata  alla ecografia , oltre ad avere  il pregio di essere totalmente “non invasiva “ e quindi  senza alcun dolore o disagio per il paziente, sia   esame di fondamentale rilevanza  per controllare e  monitorizzare periodicamente le variazioni elastiche  e dimensionali al fine di controllare  rigorosamente i risultati della strategia terapeutica  prescritta  dall'andrologo .

Quali terapie :  La terapia ottimale e che consenta i migliori risultati è quella “multimodale” cioè quella che comporta  varie associazioni di molecole e farmaci tra di loro , con  modifiche delle stesse cure in base al controllo periodico clinico generalmente associato ad  esami ecografici 2D-SWE che valutino il grado di Kpa :  in sintesi pertanto una strategia terapeutica “mirata” , prescritta e consigliata  esclusivamente dallo Specialista , in  cui le varie  molecole farmacologiche tra loro variamente associate  lavorano in modo sinergico,  condizione che consente i risultati migliori. Ovviamente la ricetta  medica deve essere  “sartoriale”,  cioè  “su misura “,  specifica per quel determinato paziente e non adatto ad altri, se si vuole procedere in modo corretto e razionale, che è il presupposto ai fini di ottenere il miglior risultato terapeutico. E' ben evidente a tutti come pertanto la ricetta debba quindi essere  quindi “personalizzata “  sia per quanto concerne gli esami diagnostici , sia pure per quanto riguarda la cura da effettuare : gli Autori Inglesi a tal proposito affermano , con una immagine quanto mai efficace ,  “ On size  fits all ” cioè i farmaci non hanno una taglia unica che può vestire tutti !

Occorre ricordare che le terapie  della fibrosi devono indirizzarsi rigorosamentre sui seguenti quattro obbiettivi , al fine di mirare ai migliori risultati ed anche alla guarigione totale  :

  1. Disattivare al più presto la malattia del pene , ciò “ bloccarla “ nella sua costante evoluzione naturale : questo è senza dubbio il primo passo di cura se si vuole fermare la patologia che insorge per una processo infiammatorio.
  2. Ridurre sempre più le dimensioni delle aree fibrotiche , al fine di ripristinare, se possibile,  una situazione di normalità.     Per mirare a tale obbiettivo occorre fare utilizzo di varie molecole terapeutiche che servono per ridurre la produzione istologica di tessuto collageno e  migliorando nel contempo il microcircolo  .
  3. Migliorare la elasticità :  la fibrosi determina sempre una riduzione della elasticità. Infatti il valore di Kpa delle aree fibrotiche è sempre superiore a 20-25 arrivando pure a valori di Kpa 70-100-130  ed è ben evidente a tutti come la elasticità dei corpi cavernosi sia valore di massima importanza per la corretta erezione del pene , per cui dopo aver ottenuto la “disattivazione “ della  malattia occorre anche utilizzare vari farmaci al fine di migliorare le fibre elastiche della albuginea di rivestimento dei due copri cavernosi ed il setto intercavernoso.
  4. Migliorare la circolazione arteriosa e venosa dei corpi cavernosi che generalmente è danneggiata dalla fibrosi stessa, come evidenziabile da un penogramma o da ecocolordoppler dinamici.


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