Prof. Alberto Roggia

Fibrosi dei corpi cavernosi del pene : tutte le TERAPIE ed i loro risultati .

Con le moderne terapie si  ottengono  ottimi miglioramenti  in molti casi  e pure guarigioni totali ,   ma talvolta la malattia si   “stabilizza “ cioè si “disattiva” nel senso che  si blocca nella sua evoluzione,  ma  può anche sempre “ riattivarsi “ riprendendo  la sua naturale evoluzione clinica.   In pratica la fibrosi può avere periodi di quiescenza alternati a periodi di rapide riaccensioni  o  attivazioni con ripresa della patologia.

Le varie cure devono  essere  sempre  “personalizzate “ cioè “ su misura”  del  singolo caso clinico,  e quindi prescritte dal  Medico Specialista Andrologo/Urologo valutando il profilo clinico di ogni paziente.   Indispensabile anzitutto la visita dello  Specialista .

Importanza della diagnosi precoce !    in quanto   consente di effettuare cure con ottimi risultati .  Purtroppo una diagnosi tardiva comporta la necessità  di cure prolungate nel tempo e con minor possibilità di guarigione totale.

Qui indicati  i vari   risultati  che si ottengono con le diverse terapie che devono essere tra loro variamente associate e modificate in base sia ai controlli clinici periodici  da parte dello Specialista Andrologo o Urologo-Andrologo  e sia  ai risultati della ecografia ed ecocolordoppler basale con associata elastosonografia 2D-SWE per valutazione del grado di elasticità valutato in Kpa.

Curare il deficit della erezione

Occorre curare il disturbo cioè il deficit della erezione,  ma soprattutto e contemporaneamente bisogna curare anche la causa  che ha determinato la insorgenza della disfunzione sessuale stessa  !
Le terapie inoltre devono essere sempre personalizzate , e cioè “su misura”  per il singolo e  specifico paziente.       

E' ben chiaro che occorra assolutamente,  anzi sia indispensabile,  ricercare la causa o le cause  di insorgenza della patologia andrologica ( o malattia andrologica)  rappresentata dalle disfunzioni sessuali erettili al fine di  curare la malattia nel modo più corretto e razionale.
Ciò è possibile ricorrendo allo Specialista Andrologo o Urologo-andrologo che,  sulla base della fondamentale ed insostituibile visita  associata allo attento ascolto del paziente che segnala i suoi disturbi della sfera sessuale,  proporrà il percorso diagnostico più rigoroso per formulare la prescrizione di terapia  idonea e specifica per quel specifico e singolo paziente.
E' ben evidente a tutti come la ricetta medica specialistica sarà sempre   “su misura” cioè “personalizzata “  sia per quanto concerne gli esami diagnostici da effettuare , sia pure per quanto riguarda la cura .   Gli Autori Inglesi a tal proposito affermano , con una immagine quanto mai efficace ,  “ On size  fits all ”,  cioè i farmaci non hanno una taglia unica che può vestire tutti !

Da ciò ne consegue che il  “non ricercare la causa “  di insorgenza del disturbo sessuale ed invece subito pretendere la cura che risolva, ed  al più presto,  il deficit erettile  sia un atteggiamento non corretto :  se poi il paziente, generalmente  di età giovanile o media, preferisce addirittura il “fai da te” navigando in internet e ricercando subito quella cura che  al paziente stesso sembrerebbe la più appropriata e soprattutto di grande e rapida efficacia terapeutica,  si entra facilmente in un tunnel che può essere grave ,  in quanto la cura del solo disturbo  autoprescrittasi dal paziente  potrebbe pure conseguire ( ma solo in alcuni casi ed peraltro inizialmente )  qualche  risultato soddisfacente peraltro però sempre  transitorio ,   mentre   la causa (o le cause)  che permane  in atto ,  non solo si  automantiene tale , ma  si amplifica e progredisce sempre  più  diventando  “cronica”  per cui è certo ed evidente che il deficit della erezione peggiorerà progressivamente ed  ulteriormente   con conseguenze ben immaginabili,   mentre  le terapie  che verranno successivamente  prescritte “mirate sulla causa “ saranno sempre più complesse , prolungate nel tempo e con minor possibilità di guarigioni, in quanto la malattia si è  “ cronicizzata “ .

Pertanto le cure prescritte dallo Specialista Andrologo o Urologo-andrologo sono indirizzate  su due fronti perchè due sono i bersagli a cui deve mirare la terapia:

      1. curare la causa o le cause che hanno determinato il deficit erettile
      2. curare i sintomi o disturbi della erezione segnalati da paziente 
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La CURA delle CAUSE che hanno generato la FIBROSI

La cura della causa di insorgenza della patologia prevede l'utilizzo di molti farmaci utilizzati per via orale o iniettiva “mirata” ,  terapie fisiche varie , e pure presidi fisici / dispositivi medici ,  e  in alcuni casi  selezionati anche gli  interventi chirurgici . Si tratta sempre di terapie “multimodali ” in quanto le varie molecole o sostanze terapeutiche vengono , su prescrizione dello Specialista Andrologo o Urologo/Andrologo   tra loro sapientemente associate e combinate, e periodicamente variate,  al fine di conseguire una  attività terapeutica sinergica efficace:  pertanto le varie strategie terapeutiche comportano la modifica periodica delle cure sulla base di quanto emerge dai controllo clinici andrologici programmati generalmente associati ad indagine ecografica peniena con elastosonografia 2D-SWE per studio del grado di elasticità espresso secondo la tabella Kpa. 
E' assolutamente  impossibile indicare nella loro interezza  tutte le  varie terapie adottabili .

La terapia ottimale e che consenta i migliori risultati è quella “multimodale” cioè quella che comporta  varie associazioni di molecole e farmaci tra di loro , con  modifiche delle stesse cure in base al controllo periodico clinico generalmente associato ad  esami ecografici 2D-SWE che valutino il grado di Kpa :  in sintesi pertanto una strategia terapeutica “mirata” , prescritta e consigliata  esclusivamente dallo Specialista , in  cui le varie  molecole farmacologiche tra loro variamente associate  lavorano in modo sinergico,  condizione che consente i risultati migliori.

Se la causa fosse psicologica “primaria” lo specialista andrologo saprà indirizzare il paziente al collega di tale disciplina medica,  così come un supporto psicologico può essere utile in molti casi anche di patologie a causa organica .  

 Le  moderne terapie possono in moltissimi casi modificare positivamente  la evoluzione o storia naturale che avrebbe questa malattia,  comportando il più delle volte , cioè nel 80-90 %  dei casi  ottimi  miglioramenti   :   si ottengono cioè sensibili  ” regressioni”   della patologia per cui si ha una  riduzione delle dimensioni delle aree  fibrotiche ed anche un miglioramento  del grado di  rigidità valutata in Kpa,    rigidità che migliora  con  percentuali variabili dal  30-50%  ma pure del 90-98  % .

Generalmente queste regressioni , che determinano un buon miglioramento anche soggettivo riscontrato da parte del paziente,  non  arrivano però a determinare la scomparsa totale della patologia  che pertanto ad un certo punto si “ blocca “  o, come si preferisce dire,  si  “stabilizza  o  congela  o cristallizza ” , ma sempre comunque dopo aver raggiunto riduzioni/regressioni di patologia del 30-50 %  o addirittura una riduzione quasi totale e cioè del 90-98 %    :  in pratica  le cure consentono in tutti questi  casi  risultati certamente positivi,  ma l'esame obbiettivo andrologico da parte del Medico Specialista (associato alla ecografia 2DSWE con  elastografia per valutazione del grado di Kpa ) può segnalare   che  non si è raggiunta  la guarigione totale,  ma ciò non toglie che il risultato finale sarà certamente positivo con netto miglioramento della erezione.   Le guarigioni totali e permanenti ottenibili con le cure  sono invece  più rare anzitutto perchè troppe volte la diagnosi di malattia è formulata molto tardivamente :  ciò per molti motivi e anche perchè troppe volte i pazienti sottovalutano per mille motivazioni i disturbi , soprattutto se non sono costanti ,  oppure  navigando in internet giungono a formularsi  una  “autodiagnosi “ evitando di rivolgersi al  Medico di Famiglia ed allo Specialista Urologo-Andrologo , e  magari adottando ,  pensando  di  accelerare i tempi di guarigione,  anche  terapie “fai da te”  con conseguenze ben  immaginabili.     In altri casi clinici , peraltro molto rari (circa 10 % dei pazienti con fibrosi) e comunque   generalmente “ molto avanzati “,  le varie terapie adottate non sono in grado di controllare adeguatamente la evoluzione della fibrosi che sfocia in gravi deficit di erezione o addirittura in impotenza.   Occorre ricordare come tale patologia sia sempre quanto mai  imprevedibile ed  incostante nel suo decorso , segnalando come  la fibrosi possa sempre ripresentarsi  cioè riattivarsi,  ma è certo che le varie terapie che verranno prescritte tempestivamente dallo Specialista Andrologo-Urologo possono comportare risultati molto positivi di guarigione totale o sub-totale  o comunque di netto miglioramento in moltissimi casi.

 

Spesse volte  il paziente non si rivolge allo tempestivamente allo specialista  per cui facilmente  la malattia fibrotica viene  diagnosticata solamente  quando è già diventata “ CRONICA”  :   ne consegue come  i risultati terapeutici saranno  decisamente meno efficaci rispetto ai casi in cui la diagnosi  è invece formulata precocemente .

E' evidente  che i migliori risultati terapeutici e le guarigioni totali si registrano qualora la diagnosi è precoce e di conseguenza anche la terapia venga adottata molto tempestivamente, quando la malattia è ancora nella fase “infiammatoria attiva”,  cioè al suo esordio .  Comunque anche nella fasi cliniche successive  è possibile ottenere discreti o anche buoni risultati adottando ovviamente  tutte le strategie terapeutiche variamente articolate e combinate tra loro che verranno sempre prescritte dallo Specialista Urologo-Andrologo  (terapie farmacologiche generali ,  terapie locali iniettive-infiltrative , terapie mediche  con mezzi fisici, onde urto lineari a bassa intensità , ecc...) e che ovviamente  devono    essere     sempre  “personalizzate “   cioè  su  “ misura”  per il caso clinico ben specifico,  e non valide per tutti gli altri pazienti.   La terapia ottimale è pertanto quella definita “multimodale”in cui cioè le varie molecole farmacologiche e terapie fisiche  agiscono in modo sinergico al fine di conseguire un positivo risultato , che è sempre migliore rispetto all'utilizzo di un solo “farmaco” .
Tutto ciò sta ad indicare come la terapia dovrà essere  “personalizzata” , sul profilo clinico di ogni singolo e  specifico paziente .
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FARMACI UTILIZZATI nella cura della fibrosi dei corpi cavernosi:

 E' assolutamente  impossibile indicare nella loro interezza  tutte le  varie terapie  che sono oggi adottabili della “causa di insorgenza”  della fibrosi , segnalando come sopra detto che le cure sono e devono essere personalizzate per cui non esiste una cura adatta a tutti i pazienti , ed è solo lo specialista a consigliare e prescrivere la idonea terapia.
Elenco  a tal proposito in modo succinto, e di conseguenza  incompleto  e  del tutto  schematico,   le seguenti terapie adottabili :

  paraminobenzoato,  sostanze che inibiscono il fattore trascrizionale  NF-kB ,  terapie infiltrative “mirate” peri-intra le aree fibrotiche o placche  , collagenasi ,  vasodilatatori,   capillaro -protettori,  tocoferoli,  ialuronidasi,  escina,   yohimbine,  calcio antagonisti,  verapamil,  glutatione,  cortisonici ,  thiomucase,  antiossidanti , terapie fisiche varie , ultrasuoni, laser, ionoforesi, iontoforesi  , onde urto a bassa intensità ,  orgoteina,  ialuronidasi, tamoxifene, idrossiprolina,  allopurinolo , immunosopressori   ,  plasmacellule arricchite (Platelet Rich Plasma- PRP), e molte altre ,ecc......ecc...,  ed inoltre anche interventi chirurgici in casi del tutto  selezionati

                                                                                                                                                   

    LA  CURA  DELLA  FIBROSI  DEVE  MIRARE A COLPIRE
                  QUATTRO BERSAGLI od OBBIETTIVI

 
Occorre ricordare che le TERAPIE  della  CAUSA  di   INSORGENZA  della fibrosi devono  indirizzarsi  rigorosamente su tutti i  seguenti  quattro   indispensabili  obbiettivi  o bersagli , al fine di mirare ai migliori risultati ed anche alla guarigione totale  :

  1. Disattivare al più presto la malattia del pene , ciò “ bloccarla “ nella sua costante evoluzione naturale :  questo è senza dubbio il  primo passo di cura , se si vuole fermare la patologia.Siccome tale malattia nasce sempre da una infiammazione  (per varie cause, microtraumatiche o autoimmuni od altre ancora )  a carico della tunica, o albuginea, dei due corpi cavernosi o del setto inter-cavernoso , la terapia di attacco consiglia certamente le iniezioni di farmaci,  soprattutto come cortisonici o altre molecole,  da iniettare,  sotto la fascia di Buck ,  a diretto contatto o intra la area fibrotica . Occorrono generalmente 10-12 iniezioni (circa 1 o 2 alla settimana) , pressochè indolori  e senza effetti collaterali o complicanze di rilievo , ed inoltre  ben tollerate dal paziente  perchè precedute da apposita crema anestetica  al prepuzio e utilizzo di aghi sottilissimi .
    Pertanto il primo bersaglio a cui deve assolutamente mirare la cura della fibrosi è (come è ben immaginabile ) rivolto a  “bloccare” o come si suol dire scientificamente “disattivare” la malattia che ha colpito i  corpi cavernosi e setto del pene,  malattia che inevitabilmente continuerebbe a crescere e svilupparsi sia pure in modo del tutto imprevedibile e bizzarro  (nel senso che si possono registrare periodi di “fermo”o quiescenza anche lunghi , ma poi improvvisamente la fibrosi si “riaccende” cioè si  “riattiva” e progredisce peggiorando la situazione clinica e rendendo ben più difficile la cura della patologia stessa.
  2. Ridurre sempre più le dimensioni della aree fibrotiche , cercando di ottenere la totale loro scomparsa e quindi al fine di ripristinare, se possibile,  una situazione di normalità,  con normale erezione .    Per mirare a tale obbiettivo occorre fare utilizzo di varie molecole terapeutiche che servono per ridurre la produzione istologica di tessuto collageno , migliorando nel contempo il microcircolo  ed ottenendo  segmentazione delle aree patologiche fino alla loro scomparsa.   In pratica si deve cercare con i vari farmaci  di diminuire  sempre più le tre dimensioni della area fibrotica o placca :  cioè la  lunghezza, larghezza e spessore della fibrosi misurata con massima precisione mediante  ecografia 2DSWE.
  3. Migliorare la elasticità :  la fibrosi determina sempre una riduzione della elasticità (infatti il valore di Kpa misurato mediante elastosonografia,   che nella norma sarebbe di 10-15 Kpa, raggiunge  in corrispondenza delle aree fibrotiche valori  sempre superiori a 18-20  arrivando pure a valori di Kpa 70-100 , o anche di più)  ed è ben evidente a tutti come la elasticità dei corpi cavernosi sia valore di massima importanza per la corretta erezione del pene , per cui dopo aver ottenuto la “disattivazione “ della  malattia (vedi sopra il primo obbiettivo o bersaglio !) occorre anche utilizzare vari farmaci al fine di migliorare le fibre elastiche della albuginea di rivestimento dei due copri cavernosi ed il setto intercavernoso.
  4. Migliorare la circolazione arteriosa e venosa dei due corpi cavernosi.
    Infatti molto frequentemente i vari esami colordoppler ed il penogramma segnalano come nella fibrosi la circolazione vascolare sia deficitaria.

E' facile immaginare come il paziente chieda sempre allo Specialista di curare immediatamente il “sintomo o disturbo “ (esempio erezione con scarsa rigidità, riduzione della sensibilità del glande, eiaculazione precoce, dolenzia la pene in erezione, scarsa libido ecc...) che lo affligge, e di debellarlo al più presto tornando alla normalità sessuale , quasi dimenticandosi che c'è sempre in atto una causa ( o anche più cause)  che ha determinato la insorgenza del disturbo e pertanto quasi ignorando la importanza della cura della causa o delle cause  stesse!
Come ben specificato in questo articolo, occorre invece  curare , tempestivamente, anche la causa scatenante , altrimenti  questa persiste e renderà  inevitabilmente  “ CRONICA” la patologia stessa (cioè la malattia insorta nel pene e suoi corpi cavernosi ) e quindi richiedente terapie più complesse e prolungate nel tempo.

INDURATIO PENIS PLASTICA

In caso invece di INDURATIO PENIS PLASTICA, che talora  può essere le evoluzione della fibrosi,   occorrono anche altre varie terapie oltre a quanto sopra indicato.

  Nella  Induratio Penis Plastica , oltre ai 4 obbiettivi sopra indicati, possono essere indicate altre cure che verranno indicate e consigliate dallo Specialista valutando il singolo caso specifico ( sempre cure personalizzate, su misura ) , come ad esempio :
*  chirurgia di placca  (cioè asportazione selettiva radicale delle placche sclerojaline tipiche della malattia)
ortocorporoplastiche  (interventi chirurgici finalizzati al raddrizzamento del pene qualora fosse fortemente deviato nel suo asse durante la erezione)
 *  collagenasi (enzima in grado di realizzare il degradamento delle varie componenti del collageno delle placche, e quindo correggere lo incurvamento del pene).

Anche in tali casi occorre tuttavia ben specificare che è consigliabile  che la terapia chirurgica e la cura dell'incurvamento siano la   “tappa finale”  a cui il paziente giunge dopo che è stato sottoposto a varie terapie (mediche orali, ,infiltrative, fisiche ecc...) che abbiano il fine ben preciso di  “ bloccare il processo infiammatorio ” (tipico della malattia fibrotica e della induratio penis plastica)  che può evolvere ulteriormente verso nuove aree di  fibrosi e quindi generando  una  nuova placca di Induratio Penis Plastica che determinerà un ulteriore incurvamento o accorciamento del pene , oltre a deficit della erezione.

Ecco perchè è importante anzitutto “bloccare cioè disattivare “ la malattia , cioè il processo infiammatorio che ha scatenato la patologia  (vedi primo obbiettivo o bersaglio sopra indicato !)
E' ben noto come un trattamento  finalizzato solo  alla cura  dell'incurvamento che venga però  eseguito quando il processo infiammatorio è ancora in atto , è destinato a probabile e facile insuccesso.
Occorre cioè in prima istanza bloccare il processo infiammatorio o come si dice scientificamente “disattivare la malattia “ e “ stabilizzare  la placca /placche”,  utilizzando le molteplici terapie che hanno la finalità di colpire i quattro bersagli sopra indicati.

 

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Risultati ottenibili con le  tutte le varie cure della FIBROSI

 

  1. Guarigione totale  , cioè risoluzioni complete totali e permanenti : ciò si realizza soprattutto quando la  diagnosi  è precoce  ed è  seguita da  immediate terapie,  che devono essere effettuate  sempre con particolare costanza e precisione .  In tali casi il paziente avverte rapidamente  sensibili  miglioramenti sia  sulla sintomatologia sia soprattutto sulla erezione che si  normalizza completamente.
  2. Guarigione cioè risoluzioni complete totali,  ma però non  permanenti  perchè  è sempre possibile la ripresa oriattivazione” della malattia ,  e ciò può avvenire generalmente solo dopo  molti mesi o addirittura anni dalla guarigione registrata . 
    Comunque in questi casi il paziente avverte sempre e rapidamente ottimi risultati sulla sintomatologia e sulla erezione che si  normalizza completamente :  solo qualora  la malattia si ripresentasse (cioè si riattivasse ) ricompaiono, ma generalmente in modo molto ridotto di intensità,  i disturbi segnalati da paziente  prima delle terapie, ed  in questi casi lo Specialista consiglierà cure con ottimi risultati.
  3. Miglioramento notevole  e cioè regressione in modo significativo e progressivo della patologia , che però ad un certo punto, e comunque  dopo aver già raggiunto ed ottenuto ottime regressioni (intese sia come  riduzione delle aree fibrotiche sia come  miglioramento del grado di KPa)  con le terapie effettuate ,   si  “ stabilizza “ ,  indicando con ciò che  si  “blocca” o  cristallizza o congela”  e quindi non si realizza una ulteriore evoluzione migliorativa   .  Tale evento si realizza nella maggior parte dei casi  (80-90 %) e comporta comunque quasi sempre un netto miglioramento dei disturbi e soprattutto della attività sessuale erettile. 
  4. Regressione solo parziale, lieve  o modesta , della patologia,  che ad un certo momento  per di più si  “stabilizza”,  cioè si “blocca o cristallizza”  nella sua evoluzione auspicabile di miglioramento :  pertanto in tali casi si registrano scarsi miglioramenti sulla  sintomatologia e sulla erezione.
  5. con le cure la patologia  a volte invece  si “ stabilizza “ cioè si  “blocca” o “cristallizza “ in modo  permanente  e stabile   , senza alcuna  “ regressione ”  e quindi senza miglioramento della patologia stessa :   di conseguenza  non si  registrano  miglioramenti sensibili sulla sintomatologia e sulla erezione.
  6. La ”stabilizzazione” , cioè il  “blocco” o cristallizzazione  della malattia indicata nei punti precedenti (vedi 3,4,5 ) può essere  stabile per sempre,  oppure può essere  pure seguita  da una “ ripresa “  cioè   “ riattivazione “ della malattia stessa ,  e ciò  può realizzarsi  anche dopo mesi o anni .
  7.  La  riattivazione o ripresa di malattia può sempre avvenire , visto che la causa è autoimmune , forse microtraumatica  ma comunque non ancora ben identificata :  tale evento è estremamente raro dopo la guarigione totale ,  mentre può verificarsi più facilmente dopo le “ regressioni”  o le “stabilizzazioni ”.
  8. Nessun risultato dalle cure:  in alcuni casi  le terapie  non sono  in grado di modificare significativamente la storia naturale della malattia .  Ciò avviene generalmente quando la diagnosi è  tardiva e la patologia è in fase clinica avanzata, oppure  sussistono fattori clinici e terapie in corso per altre patologie  che interferiscono negativamente :  ad esempio , il diabete non ben compensato,  tabagismo elevato e da molti anni (20 sigarette e più) , dislipidemia elevata (colesterolo e trigliceridi),   vasculopatie arteriose periferiche,  malattie autoimmuni varie, costante  ipertensione non ben controllata,   ecc...)

NB. =  è evidente che i  migliori risultati si ottengono se sono state effettuate rigorosamente  tutte le terapie consigliate dallo specialista ,  e quindi tutte le cure che hanno cercato di colpire TUTTI  i  QUATTRO  BERSAGLI  od  OBBIETTIVI  sopra indicati ,   anzitutto “DISATTIVANDO “ cioè  BLOCCANDO  la  evoluzione  della  malattia.

Ed ovviamente i migliori risultati si osservano quando la malattia fibrotica è diagnosticata PRECOCEMENTE ,  e non quando è già diventata “cronica”.

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Per la cura specifica della  Induratio Penis Plastica  vedi apposito articolo.

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